L’aterosclerosi colpisce e coinvolge diversi distretti arteriosi, quali le carotidi (cervello), le coronarie (cuore), le arterie del rene, l’aorta addominale e le arterie degli arti inferiori.

Quando si riscontra un’ostruzione vascolare in uno di questi distretti, è consigliabile verificare le condizioni degli altri tratti, per prevenire conseguenze anche molto gravi quali l’ictus cerebrale, l’infarto miocardico acuto, la rottura di aneurismi addominali o nei distretti inferiori.

L’aterosclerosi o aterosi: una malattia vascolare cronica e progressiva

Immagini relative ai processi di aterosclerosi: a sinistra l’arteria normale, a destra l’arteria con placca aterosclerotica che può diventare sintomatica se soggetta a un evento vascolare o ictus o infarto miocardico acuto.
Si parla di aterosclerosi pre-clinica quando la lesione è già di dimensioni non trascurabili ma tuttavia non tali da poter causare un evento; è in questa fase che una accurata diagnostica consentirebbe di rilevare queste condizioni e di intervenire per ridurre gli eventi sintomatici.

 

La placca carotidea è un marker di rischio cardiovascolare.

I dati di letteratura riportano un valore di circa il 30% di associazione tra malattia coronarica (cuore) e malattia carotidea (cervello); ciò significa che poco meno di 1/3 dei pazienti candidati all’intervento di rivascolarizzazione carotidea per una ostruzione critica è anche affetto senza saperlo da una malattia coronarica.
In termini pratici significa che in quei pazienti nei quali sia stata riscontrata un’aterosclerosi (ateromasia) avanzata dei vasi carotidei va eseguita anche una valutazione cardiologica, eventualmente integrata con un test da sforzo, e viceversa in un paziente che ha già avuto un problema coronarico (infarto miocardico e/ angina pectoris) è opportuno eseguire un altro esame di approfondimento diagnostico che è l’ecocolor-doppler dei tronchi-sovra-aortici (Eco-doppler TSA) e dell’aorta addominale.

 

Lo stesso ragionamento vale poi per gli altri distretti:
  • Il riscontro di un aneurisma dell’aorta addominale merita un ulteriore approfondimento con visita cardiologica, ecocardiogramma ed eventuale test da sforzo; in letteratura, infatti, è riscontrata la presenza di coronaropatia in percentuale variabile dal 15% al 65% dei soggetti con ateroma aortico.
  • Infine anche il primo segno di aterosclerosi del distretto arterioso degli arti inferiori può manifestarsi con la difficoltà nel camminare, definita “claudicatio”, effetto che merita di essere approfondito con gli esami opportuni.
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