Fino a qualche anno fa si pensava che la Sindrome da Occhio Secco non fosse correlata ad eventuali condizioni allergiche.

Un importante studio pluriennale statunitense, condotto su oltre 600.000 pazienti, ha invece evidenziato la presenza di alcuni picchi stagionali di incidenza della Sindrome da Occhio secco in relazione a specifici fattori ambientali.

I picchi stagionali

In particolare, oltre all’inquinamento e alle condizioni del tempo che influenzano l’intensità e la frequenza delle manifestazioni della patologia, lo studio ha evidenziato che in primavera, con l’aumentare della conta media dei pollini, il numero dei casi di Sindrome da Occhio Secco raggiunge un picco, per poi calare durante l’estate e ripresentarsi in inverno, quando si verifica un nuovo aumento di casi.
Per queste ragioni, ferma restando la grande variabilità individuale che rende fondamentale un’accurata valutazione caso per caso, è giusto pensare di applicare accorgimenti differenti dal punto di vista terapeutico e di prevenzione, tenendo conto dell’andamento stagionale dei sintomi e dei meccanismi che ne stanno alla base.

Sindrome da Occhio Secco

quali precauzioni adottare

Gli interventi sull’ambiente lavorativo si sono dimostrati molto efficaci per ridurre i sintomi. Per fare qualche esempio pratico, può essere raccomandabile ricorrere all’uso di occhiali protettivi durante il lavoro in giardino o in ambienti esterni durante la primavera, così come impiegare sistemi di filtrazione negli impianti di climatizzazione, mentre in inverno l’uso di umidificatori di qualità (e di facile pulizia!) può essere indicato in ambienti riscaldati con ventilconvettori o sistemi che creano un ambiente troppo secco.



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